Il killer di Giulia è stato ricevuto in italia con tre gazzelle dei Carabinieri, un paio di pantere della Polizia e non so quante macchine prive dei colori di istituto, tirate a lucido.
Per portatelo in carcere sarebbe bastato un equipaggio con tre sbirri vecchio stampo in una macchina al limite del fuori uso.
Ma la certezza della massima attenzione dei media ha imposto ai vertici di utilizzare l’occasione per mostrare al mondo la potenza organizzativa delle forze di polizia.
La stessa organizzazione che non ha tutelato la ragazza con il richiesto invio di soccorso da parte di diligente testimone.
La stessa che fornisce la scorta a persone che rischiano al massimo un pernacchio o assegna un autista a un senatore o a una senatrice che pubblica su Fb l’ultilizzo che ne fa (andare a comprare il pesce per la propria attività ricettiva).
A Torremaggiore ho trovato la città di sera affidata ad un agente della polizia locale che fungeva anche da piantone e da centralinista.
La stazione dei carabinieri è citofonica e l’equipaggio del radiomobile di San Severo non fruisce del dono dell’ubiquità.
La presenza a San Severo di 50 unità del nucleo prevenzione crimine, erroneamente chiamato “e crimine” (vedesi numerosi filmini su you tube del ministro dell’epoca Minniti) non risponde alle funzioni del “pronto intervento” e il personale inviato proprio al commissariato di San Severo non è vero che è di rinforzo perchè non copre neanche le collocazioni in pensione.
Si tratta di banalissimi e ripetuti esempi per riaffermare lo spreco di risorse umane impiegate in scandalose ed inutili parvenze a fronte di necessità prive di risposta.
Meno scorte inutili e servi pagati dai cittadini a indegni rappresentanti degli elettori e più operatori sulla strada a difendere davvero la gente dal maligno.
(post di Claudio Lecci ex commissario di polizia)