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Niente recita a Natale

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Dopo praticamente due anni e mezzo di pandemia e restrizioni, questo Natale sarà il primo senza dpcm, senza orari, senza sentire la mancanza di un genitore o di un nonno lontano solo dieci o venti chilometri.
I bambini hanno frequentato i primi mesi di scuola – bene o male – in presenza. Per alcuni è stato naturale, per altri è stata una sfida quella di abituarsi a stare insieme, a stare seduti, a rispettare l’intervallo, a fare i compiti…insieme a genitori e familiari questi bambini hanno ricominciato a vivere, e sappiamo bene quante cicatrici la storia degli ultimi tempi ha lasciato in loro.
Si avvicina il Natale, il Natale tutti insieme, il Natale a messa senza mascherina o al cinema o a teatro di nuovo vicini vicini. Quanti lavoretti dalle loro manine, e chissà che belle recite e canti stanno preparando!
Come possiamo spiegare a dei piccoli di 3 e 5 anni che dovranno esibirsi solo per gli insegnanti? Come spiegheremo loro che la canzoncina che stanno studiando con mamma e papà, quelle mamme e quei papà non la potranno sentire in occasione dei canti di Natale di fine anno?
Ebbene – in tempi di “zona bianca”, di “il covid è un’influenza” di “open day” appena svolti senza limitazione alcuna, alla scuola Carlo Collodi di San Severo la Preside Dott.ssa Corvelli ritiene di dover privare i piccoli alunni dell’occhiolino dei propri cari, dello sguardo attento a cercare la propria mamma tra le altre.
A nulla sembrano servire le obiezioni dei genitori che potrebbero – a loro diritto! – presentarsi giovedì a scuola senza che nessuno possa mandarli via, perché attualmente in Italia non ci sono decreti o regole in merito. Grande è la disponibilità di tutti a presenziare all’evento con la mascherina addosso (non obbligatoria) e in misura ridotta (i tempi sono quelli che sono, è naturale pensare di limitare l’accesso alla sala a uno o due parenti per bambino).
A fine anno, alla fine della prima parte del primo anno scolastico “normale” vissuto da questi piccoli cittadini, è giusto privarli della sana emozione di esibirsi in pubblico?
È davvero così necessaria questi “canti e balli di Natale a porte chiuse”?
Un momento di festa e spensieratezza diventerà l’ennesimo momento “innaturale”, filtrato da porte che si chiudono e da genitori e parenti lasciati fuori. Come se i sorrisi a volto coperto con cui li abbiamo dovuti crescere da marzo 2020 in poi non siano già stati abbastanza.
Quanto soli si sentiranno, questi piccolini? Quanta amarezza, tra queste mamme e questi papà che vorrebbero solo garantire ai bambini un po’ di serenità?
A parecchi mesi dalla fine dell’emergenza, dopo un’estate “tutto esaurito”, tra negozi pieni per gli ultimi regali e notti bianche poco più in là, è davvero un peccato perdere questa occasione…
Assurdo, infine, pensare che questi bambini saranno gli unici a subire tale trattamento, per decisione della Dirigente Scolastica, mentre nelle altre scuole della città le attività saranno regolarmente svolte.

Negano a noi genitori la partecipazione ai canti di Natale all’asilo.

Marianna D.

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