Questa è la città in cui un Assessore, anziché chiedere scusa ai cittadini per i disagi dovuti alla pessima gestione del verde, si permette di scrivere un comunicato stampa contro un sacerdote che lo ha fatto notare.
Il fatto grave è comunque un altro: possibile che un amministratore scriva un comunicato stampa pieno di errori grammaticali, lessicali e sintattici ?
Chi gestisce qualche decina di milioni di euro di bilancio di un Ente Locale dovrebbe essere in possesso di una sufficiente proprietà di linguaggio, considerato che gli errori presenti nel comunicato sono stati rilevati perfino da mio figlio Gino, quinta elementare.
In altri Paesi certe cose non sarebbero tollerate.
Se uno fatica a scrivere in italiano, non è pensabile che riesca a comprendere e gestire la complessa documentazione amministrativa che quotidianamente gli viene messa davanti.
Ciò detto, faccio sommessamente notare all’assessore Romano che c’è un’abissale differenza tra il mero sfalcio e la cura del verde.
Non si può ridurre uno degli aspetti più importanti del decoro a questo. La CURA evoca l’attivazione di una strategia segmentata per fare del verde un elemento che agevoli il benessere collettivo.
Grazie a Lei, accade l’esatto contrario.
Sfalcio e cura. Tale differenza misura un altro spartiacque, quello tra un amministratore pressapochista e un amministratore di livello, interessato alla gestione complessiva di una problematica attraverso la programmazione per obiettivi.
Nel caso della Romano potrebbe esserci l’attenuante dei 9 mesi ma resta la drammatica assenza di una programmazione che, dal giorno della nomina, non è stata mai posta in essere.
Dal disastro dell’ex assessore al verde Carrabba, in quota allo stesso partito della Romano, all’attuale gestione pregna di un’arroganza inversamente proporzionale ai risultati raggiunti, c’è solo una costante:
il disagio dei nostri cittadini.
Le foto che ha scattato per certificare i suoi interventi di sfalcio può tranquillamente buttarle.
Nei modelli più avanzati di gestione degli Enti Locali c’è un collegamento tra la strategia d’indirizzo politico e i cosiddetti indicatori d’impatto. I cittadini hanno delle aspettative da soddisfare, l’outcome è il risultato dell’azione politica amministrativa che va sottoposto a misurazione del gradimento.
In parole molto povere, interpretando il comunicato, lei non amministra in un’ottica di governance. Interpreta il suo ruolo come si faceva negli anni 80.
Afferma, con un’agghiacciante tranquillità, che bisogna telefonare all’assessore per risolvere un problema e tale prerogativa spetterebbe solo a quelli che “hanno un buon rapporto con l’amministrazione”.
Gentile Assessora Romano, questo tipo di approccio andava di moda ai tempi della prima sindacatura Santarelli, veniva definita “la politica del certificato”.
Oggi le cose, fortunatamente, dovrebbero essere gestite in modo diverso.
Il problema è che Lei non ha alcuna consapevolezza di come si debba interpretare correttamente il ruolo di amministratore.
P.S.: si procuri un correttore di bozze.
(post di Nazario Tricarico)