CHE FINE HA FATTO LA CONSULTA DELL’ #AGRICOLTURA?

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Il mondo agricolo è fortemente caratterizzato da grandi contrasti interni e da un’enorme competizione.
Cose che non servono a nessuno, ma solo a indebolire complessivamente gli interessi della categoria.

Sono decenni che si parla di organizzare i produttori, di fondare società consortili, tutte buone cose che muovono da un concetto di base: l’unione. Che ad oggi non c’è.

Neanche rispetto alla questione sicurezza.

In un certo senso anche la questione furti è legata a questo problema, perché non ci sono strade diverse dal finanziare tutti insieme un serio servizio di vigilanza permanentemente, visto che il cosiddetto Consorzio pare non garantisca serie tutele.

C’è poi una questione che riguarda proprio una percezione generale dell’agricoltura da parte della comunità. Sembra un mondo a parte, inaccessibile, incomprensibile, lontano dalla percezione di una nostra responsabilità sociale.

Per me le cose che dovrebbe fare una Amministrazione sono essenzialmente 2, almeno per partire:

1) Costituire un Osservatorio permanente. Non si tratta di un tavolo per scambiare quattro chiacchiere tra operatori del settore ma una Struttura in grado di elaborare dati, strategie, ricerche, innovazione tecnologica per fare crescere la competitività del settore.
Fondamentale in tal senso un partenariato forte con l’Università di Foggia.

2) Far funzionare la Consulta dell’agricoltura!
Dopo l’approvazione della proposta del consigliere Rosario Di Scioscio , che fine ha fatto ? Gradirei una risposta dall’assessore Felice Carrabba.

E poi c’è il tema dei temi: mafia e agricoltura.
Ad oggi non c’è a mio avviso una riflessione compiuta sulla misura esatta delle infiltrazioni delle organizzazioni mafiose nel tessuto agricolo. Dietro ai furti, dietro agli incendi, dietro ai sabotaggi commessi ai danni delle aziende (vedi Cantina Sociale) ci sono o non ci sono organizzazioni criminali? A mio avviso è certo, ma non se ne parla come se ne dovrebbe parlare.

Nazario Tricarico, Città Civile