Sono trascorsi 5 anni dall’omicidio di #MarioMorelli.
Una tragedia consumatasi in una città con occhi e orecchie chiusi, tende calate, immersa nei propri egoismi, nascosta nelle ombre clandestine delle fredde sere d’inverno.
Tutto passa, tutto è attraversato, tutto si dissolve alle nostre spalle come se non fosse mai accaduto. Anche l’omicidio di un ragazzino.
Purtroppo non siamo stati abituati a vivere secondo un’etica condivisa, a rispettarci, a donarci un po’ di attenzione, di ascolto.
La classe dirigente ci ha portato a considerare l’egoismo come un valore, la latitanza come un dovere.
Ci hanno diviso per renderci innocui.
Pensando a Mario e al coetaneo che ha schiacciato il grilletto, sullo sfondo di questo paese dalla memoria corta, posso dire che forse, questa tragedia, poteva essere evitata.
In un paese dove tutti sono isole, i ragazzi deboli e che vivono in contesti criminali finiscono sempre per rendersi responsabili di fatti di sangue. Vivo nella speranza che un giorno questa città possa imparare a vivere come una grande #famiglia.
(post di Nazario Tricarico)