Home Cronaca Incendi dolosi di Rifiuti: ora basta!!

Incendi dolosi di Rifiuti: ora basta!!

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di Ivan Morlino

Quando finirà questo vergognoso e grave fenomeno derivante dalla combustione incontrollata di rifiuti? Quando le discariche abusive a cielo aperto, sparse nell’agro della città di San Severo e in alcuni dei suoi comuni limitrofi, verranno bonificate? L’inquinamento dell’aria, l’inquinamento del suolo e, quindi, dell’ambiente quali ripercussioni avranno sulla salute dei cittadini? Queste semplici domande, che i cittadini si pongono, meritano una risposta concreta!

Dal rapporto Ecomafia 2020, emerge la crescente illegalità ambientale (circa quattro reati ogni ora!), con la Puglia che nel 2019 rimane al secondo posto con 835 infrazioni accertate (l’8,8% sul totale nazionale), 965 persone denunciate, 6 arrestate e 314 sequestri effettuati (fonte ANSA).  

“La corruzione – si legge nel rapporto – è sicuramente il peggior nemico dell’ambiente”.  (https://www.legambiente.it/primo-piano/rapporto-ecomafia/).

“Dove ci sono i rifiuti gli interessi sono tantissimi; a livello occupazionale, a livello di soldi, a livello politico, a livello di tutto. Muovere i rifiuti ha costi elevatissimi, di conseguenza, meno si muovono e più si risparmia. Gli impianti si intasano, non sanno più che fare, non sanno più dove metterla quella roba e l’operazione più facile è bruciarli. Il fuoco cancella tante cose. Altrimenti non si spiegherebbero questi incendi. Evidentemente, c’è un sistema nella gestione dei rifiuti che non funziona come dovrebbe”. E se fossero le cosiddette ecomafie, uno dei maggiori responsabili del disastro della ‘terra dei fuochi’ che fa ‘affari’ anche in Puglia e perché no, anche in Terra di Capitanata?  (www.avvenire.it/attualita/pagine/ecco-perch-si-bruciano-i-rifiuti).

I cittadini chiedono a chi di dovere di individuare dei responsabili, maggiori controlli (anche con l’ausilio dei droni), studi analitici sugli effetti sulla salute per le popolazioni esposte a discariche illegali e, fin dove possibile, l’adozione di politiche di prevenzione per contenere la produzione e lo smaltimento illegale dei rifiuti.

È necessario intervenire alla fonte, in base alla gerarchia delle priorità indicata oltre trent’anni fa dalla organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), ovvero cercare di riusare, ridurre, riciclare, e poi smaltire in impianti idonei (‘verbi’ che, purtroppo, mancano all’appello!)

Per raggiungere risultati positivi occorre un intenso confronto con le comunità locali, promuovendo prima di tutto una regia, un tavolo di concertazione, nonché la costituzione di comitati di esperti di provata competenza e senza conflitti di interesse, che preveda il rispetto delle normative e investimenti idonei in tecnologie, in progetti eco-sostenibili, in azioni volte ad accrescere la cultura ambientale e la legalità, a partire dalle scuole.

L’ambiente ha un estremo bisogno di essere tutelato, nella consapevolezza che i processi virtuosi di economia circolare consentano ai rifiuti di non essere uno scarto (si pensi ad es. alle reti di plastica per l’industria ittica), bensì dei nuovi prodotti riciclati da poter reimmettere sul mercato.

Occorre dirigersi verso un modello di sviluppo sostenibile, che non deve essere considerato solo come un modello di sviluppo economico e ambientale, ma che dovrebbe anche coinvolgere l’orientamento dei progressi tecnologici, compresi i mutamenti politici (influenzati da portatori di interesse), istituzionali e sociali. “La tutela e la valorizzazione dell’ambiente possono compromettere e/o migliorare la qualità di vita dei cittadini, che sono chiamati a svolgere un ruolo chiave della loro salvaguardia”.

Photo copertina dal web

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