Come nella nota ballata di De André, la mia città natale, ancora sgomenta per quanto accaduto domenica sera, “si costerna, s’indigna, s’impegna e poi getta la spugna con gran dignità.”In molti ora puntano il faro su un’amministrazione neghittosa, inconcludente, accidiosa e incapace, che definire latitante, rispetto alle drammatiche condizioni in cui ogni giorno di più sprofonda San Severo, è un eufemismo e un complimento.Buona parte degli indignati, tuttavia, ha votato l’attuale primo cittadino, pur avendo già avuto cinque anni per saggiarne le non eccelse qualità.Certo, l’alternativa era una pezza peggiore del buco, ma ogni comunità esprime la rappresentanza che la rispecchia. Al ribasso, aggiungo, perché il popolaccio di ogni luogo e tempo ha cercato di scegliere qualcuno di cui potersi immediatamente vergognare, sentendosene migliore: il confronto con esempi virtuosi presuppone l’intima predisposizione a mettere in dubbio le proprie capacità e la propria statura morale, culturale, etica. Quanto all’opposizione, in consiglio comunale è appiattita sulla maggioranza, come già accaduto durante il primo mandato, con l’unica eccezione, ora come allora, di Rosa Carolina Caposiena, che sta anche perdendo la forza e la voglia di essere voce nel deserto.Ricapitolando, va tutto bene, come ampiamente già sperimentato e accettato, e non c’è nulla per cui lamentarsi in modo credibile.Spiace solo per un bambino di sei anni, a cui non si può far colpa per essere nato in un contesto degradato e di cui avrebbe dovuto farsi carico tutta la comunità, politica in primis, ma si sa: finché si ammazzano tra loro, la borghesia benpensante e ben pasciuta può disinteressarsene. Ecco, come ora avete finalmente capito, loro sono in mezzo a voi, e si ammazzano sparando tra la folla.È SOLO QUESTO IL PROBLEMA.Ammetterlo, forse, potrebbe essere già un buon inizio.