E’ on line Nomade mediterraneo, il nuovo singolo del cantautore sanseverese Nazario Tartaglione estratto dall’album MUSICA SUD, un brano in cui storia e attualità si fondono, a testimoniare l’antico rapporto tra civiltà diverse.
“Questa canzone mi dà l’idea di un ponte, di qualcosa che unisce popoli lontani ma vicini nella storia. Passeggiando per i centri storici del sud Italia tante sono le architetture che ci fanno pensare al Mediterraneo e all’oriente: gli archi, le cupole e i rosoni delle chiese insieme ai riti cattolici e bizantini che nei secoli tra quelle mura si sono incontrati, senza dimenticare le medine, città arabe caratteristiche per struttura e architettura ancora presenti in Puglia come in altre regioni del meridione d’Italia. E allora perchè non mettere tutto questo in musica?” si chiede l’autore.
Nomade mediterraneo è una canzone nata nel 2005 che da il titolo all’album pubblicato nel 2006, ma che il cantautore sanseverese ha voluto riproporre in MUSICA SUD. Riascoltandola dopo alcuni anni vi ha infatti ritrovato inaspettatamente l’esodo che dall’Africa attraversa il Mediterraneo, con tutto il suo carico di speranza e di orrore, e la ricerca di libertà insieme al viaggio spirituale che è all’origine del brano.
“E’ sotto gli occhi di tutti che siamo vicini da sempre, che i popoli che oggi ci appaiono lontani, estranei, sono stati in contatto con noi attraverso il commercio e le vicende militari dei secoli passati: il grande caleidoscopio di civiltà e culture occidentali e orientali dell’impero romano sullo sfondo” continua l’autore, per cui c’è bisogno di riscoprire queste comuni vicende, di ritrovarci fraterni, di sentirci parte di un’unica grande storia tracciata da civiltà diverse ma capaci di fondersi e di dar vita a nuovi sguardi sul mondo. Una sfida alla quale non potremo sottrarci e da cui dipenderà tanto della nostra società futura.
Tra i simboli dell’incontro tra la nostra cultura e quella orientale anche il rosone: caratteristico di tante chiese, come quella di San Severino a San Severo, della cattedrale di Troia e della chiesa di San Nicola a Bari, col suo spiccato stile romanico è testimone di un eccezionale contributo del gusto bizantino alla nostra identità. Ricordiamo quindi la chiesa di Santa Maria di Devia, nei pressi di San Nicandro Garganico, con evocativi affreschi bizantini, come pure le diverse chiese sparse per la Puglia ed il sud che ospitano o hanno ospitato il rito ortodosso.
Un brano che vuole sostenere nuove consapevolezze, rilanciando l’appartenenza alla stessa grande storia, alla stessa unica anima: fratelli di mare che dovrebbero sostenersi e lottare contro ogni soppruso, violenza e abbrutimento.
Dal punto di vista musicale Nomade mediterraneo presenta sonorità acustiche dominate dalle chitarre arpeggiate e dall’armonica a bocca, in un piacevole susseguirsi di colori e tinte miti, ad accogliere i paesaggi che vi si affacciano.
Guidata dalla voce scura di Tartaglione, la composizione non si distacca mai dalla centralità del testo e dal suo racconto per immagini.
In ombra le percussioni insieme ai colori del cantato tribale, in cui riecheggiano velate atmosfere etniche.
Se è vero che ad intessere per primo il nostro animo è proprio il tempo, Nomade mediterraneo propone un viaggio interiore che diventa viaggio nella storia, e occasione di incontro con sè stessi e con il prossimo. Un messaggio di fratellanza che canta il suo amore per la vita, per il pianeta che ci ospita e per ogni persona, essere e cosa creata.
Per ascoltare il brano
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