Un tempo che viene offerto dalla tradizione millenaria della Chiesa Universale come possibilità di “conversione”, di cambiamento di mentalità e modi di agire. Perché sia un tempo di verità e non maschera dell’ipocrisia.
«La via della povertà e della privazione (il digiuno), lo sguardo e i gesti d’amore per l’uomo ferito (l’elemosina) e il dialogo filiale con il Padre (la preghiera) ci permettono d’incarnare una fede sincera, una speranza viva e una carità operosa. Gesù, però, ci mette in guardia, premettendo ad ogni invito un avvertimento: “Quando fai l’elemosina […], quando pregate […], quando digiunate […], non siate come gli ipocriti”.
Siamo così contrassegnati dalla nostra povertà umana che diventiamo capaci anche di trasformare le vie della conversione in tornaconti di compiacimento per noi stessi, diventando appunto “ipocriti”. Mi fermo proprio su questo invito di Gesù a non essere come gli ipocriti, a non fare come loro, cercando di capire di più e meglio questa parola – ha evidenziato il Pastore della Diocesi, che ha così concluso – Nel Dizionario della lingua italiana alla voce “ipocrita” si legge: “Chi parla o agisce con
ipocrisia, fingendo virtù, buone qualità, buoni sentimenti che non ha, ostentando falsa devozione o amicizia, o dissimulando le proprie qualità negative, i propri sentimenti di avversione e di malanimo, sia abitualmente per carattere, sia in particolari circostanze, e sempre al fine di ingannare altri, o di guadagnarsene il favore”. Ma c’è un aspetto, ancora più interessante, che probabilmente Gesù non ignorava, quando usava questa parola, ed è il significato che ha per i greci (che l’hanno coniata): ὑποκριτής (ypokritès) significa “attore”».
San Severo lì, 17 febbraio 2021
Le Ceneri
Direttore Ufficio comunicazioni sociali-Addetto Stampa
dott. Beniamino PASCALE