Il 23 marzo 1950 i lavoratori di San Severo, all’indomani di uno sciopero generale, insorgono contro le forze di polizia, innalzando barricate e assaltando le armerie e la sede del MSI. Gli scontri causarono un morto, Michele Di Nunzio, 33 anni e circa quaranta feriti tra civili e militari. Per fermare gli insorti l’esercito non esitò a occupare con i carri armati le principali vie della città. Nei giorni seguenti, con l’accusa di insurrezione armata contro i poteri dello Stato, un reato da ergastolo, furono arrestate 184 persone. Al termine di un processo lungo due anni e assai combattuto, che vedrà protagonista il leader della sinistra socialista Lelio Basso come avvocato difensore, il 5 aprile 1952 gli imputati vengono assolti e rilasciati. Nei due anni che intercorrono tra l’arresto e la liberazione, i figli dei prigionieri, circa 70 bambini, sono “adottati” da famiglie di lavoratori del centro-nord, in segno di solidarietà sociale e politica con le lotte del Mezzogiorno.