Chi vive in famiglia l’esperienza di avere un figlio disabile, sta sperimentando, in questa epoca di covid, il totale abbandono. Le visite mediche vengono sospese, i pediatri sono assenti, le terapie necessarie vengono bloccate e la scuola interrotta, assieme a tutte le attività sportive (anche private). La mamma speciale è costretta a lasciare il lavoro (che non significa soltanto rinunciare allo stipendio, ma che, spesso, è soprattutto vanificare anni di studio e di lavoro). Così la mamma speciale si mette accanto al proprio figlio per seguire l’insegnante di sostegno che si affanna, invano, dietro ad un computer; si improvvisa docente esperto di didattica speciale, si improvvisa pediatra (di fronte a diagnosi telefoniche approssimative), si riscopre terapista…. Non può più condividere con alcuno la formazione e la crescita del proprio figlio…. così arriva fino a sera ed un giorno sembra uguale all’altro. Cresce il dubbio: “Avrò fatto la terapia giusta? Avrò spiegato bene a mio figlio come si scrive questa parola?” Nessuno può risponderle. Intanto sui social impazzano finti “messaggi d’effetto” ed alberi scintillanti, quando la tua unica preghiera per Natale è : “Signore, ti prego, non farmi ammalare”. Il vuoto assoluto intorno a te. Magari nel 2021 dispenseranno il vaccino per il Covid….ma ci sarà mai il vaccino contro l’indifferenza ?
Post di Eleonora M.