Confesso di essere rimasto basito quando ho letto della candidatura sanseverese a “Capitale della Cultura Italiana”. Francamente non ho indagato da chi fosse partita l’idea di proporre San Severo ad una partecipazione tanto ambita. Certo è che la decisione sarà stata proposta e adottata da un certo numero di addetti. Ergo, il Sindaco, alcuni amministratori e taluni eruditi saranno stati i principali attori. Spesso attraverso le pagine di alcune testate locali ho denunciato il modo sbagliato di propagare la cultura nella nostra cittadina. Non avendo io la visibilità degli uomini al comando è probabile che i miei suggerimenti siano rimasti nel cassetto dell’oblio. Tuttavia mi preme una considerazione. Non mancano sicuramente elementi di spicco nella nostra cittadina dove scrittori e poeti abbondano da sempre; eviterò di elencarli per non commettere l’errore di tralasciarne alcuni. Detto ciò, io che non sono un dotto ho, come già detto, spesso criticato l’operato degli intellettuali sanseveresi poiché poco o nulla hanno fatto per interessare in modo tangibile il popolo locale se non attraverso sparuti incontri destinati a pochissimi privati. Io credo che perché questa città possa ritrovare lo slancio per una nuova stagione culturale, bisogna portare direttamente nelle case dei sanseveresi il messaggio che senza la “conoscenza” un popolo rimane ignorante. Nella nostra località l’unica ricorrenza sentita dai sanseveresi è quella della della festività riservata alla Madonna del Soccorso. Nulla ho da eccepire sulla ricorrenza religiosa, una tradizione fortemente seguita da fedeli e non. E nulla può contare il mio giudizio sulle famose “batterie” sanseveresi, che anche se non condivido in parte, comunque è voluta fortemente dai cittadini sanseveresi. Il mio punto di vista è che non può essere solo la sacrosanta Festa del Soccorso baluardo della cultura sanseverese. Non voglio soffermarmi sulle mancanze delle amministrazioni che, ahimè, hanno portato la nostra San Severo ad un livello che ci vede sempre negli ultimi posti per “qualità della vita”. Abbiamo sempre denunciato le storture decennali che vedono la nostra località sulle pagine della cronaca nera della stampa locale, nonché nazionale e pertanto mi sembra superfluo ripetermi su queste note; purtroppo le pagine dei giornali ridondano di fatti ed avvenimenti “neri”. Con questo ancora una volta, per l’ennesima volta, invito gli intellettuali della città a riunirsi e a mettere giù un piano che possa ridare splendore ad una cittadina una volta fiorente anche per le sue attività produttive. San Severo è una città che ha bisogno di un cambiamento radicale in tutti i campi: dallo stato civile, al miglioramento del territorio, all’incoraggiamento delle attività produttive, all’aggiustamento della Sanità a cominciare dal nostro Ospedale, al funzionamento della Didattica, al restyling delle scuole e di tutte le strutture pubbliche. Insomma, c’è tanto da fare e per questo ci vuole “cultura”, quella che qui a San Severo c’è, ma che si è resa e si rende poco visibile e pertanto poco efficace. Intellettuali sanseveresi, datevi una smossa.