Lo so, un Governo PD 5 Stelle sembra un’opera d’arte moderna. Brutto, incomprensibile.
Ma lo è stato anche il cosiddetto Governo Gialloverde, mostruoso e incomprensibile.
Il problema è rappresentato dalla vergognosa opera distruttiva delle leggi elettorali e dei meccanismi che regolano la vita dei partiti e dei movimenti in Italia.
Oggi la politica è determinata dalla #irrazionalità più di altri periodi della storia. Sono giunto alla conclusione che non si debba più partire dai leader per avere speranze di cambiamento, in quanto trattasi di uomini, incoerenti per natura.
Occorre ragionare sui meccanismi di funzionamento del sistema, sui partiti, sulle regole, sui sistemi di selezione della classe dirigente.
Il Movimento 5 Stelle, con il suo guru, ha intuito questo passaggio ma con esiti, a mio modesto avviso, disastrosi. Mi riferisco alla follia di trasferire una democrazia impazzita di suo sul web. Digitalizzare il voto, portare l’innovazione all’interno dei meccanismi istituzionali mi sta bene ma non ha alcun senso sostituire le regole istituzionali con una fantademocrazia digitale che esclude milioni di persone.
Così non trionfa il buon senso, così si alimenta sempre e solo l’irrazionalità.
Rivendico con orgoglio l’idea di aver fatto sperimentare a questa città i town meeting, con tutti i limiti del caso. È su questi aspetti che si gioca a mio avviso la rinascita di un Paese. Serve un’azione di forza per un sistema di funzionamento della vita politica che abbia delle garanzie di giustizia e razionalità per tutti.
Ci sono tante cose che si possono e si devono fare per bloccare l’irrazionalità.
Non ci troveremmo nel caos di questi giorni, di questi anni, se avessimo un sistema elettorale più semplice, con meno partiti, più possibilità di candidature dal basso, con cultura politica, firmati e con iscrizioni ai medesimi partiti gestiti dall’anagrafe comunale.
In altri termini, un Barack Obama non avrebbe avuto alcuna possibilità di essere candidato in un sistema come quello italiano.
Occorre innovazione civile, occorre che parta dal basso una forte volontà di cambiare le regole del gioco.