Anche la Squadra Mobile di Asti ha fornito un rilevante contributo nell’ambito dell’operazione “Ares”, che nei giorni scorsi ha portato all’esecuzione di 50 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal GIP del Tribunale di Bari a carico di altrettanti soggetti ritenuti membri di famiglie malavitose.
Tra i nomi di maggior spicco, per la rilevanza criminale del soggetto, figura quello di Roberto Nardino, ritenuto dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia che hanno coordinato l’inchiesta la figura a capo dell’organizzazione malavitosa dominante l’area del Gargano.
L’arresto del presunto boss, che si trovava in città per ragioni familiari, è avvenuto al termine di un prolungato ed ininterrotto servizio di pedinamento,condotto dal personale della 1^ Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile della Questura di Asti, che ha consentito di individuarlo in un appartamento nella zona est di Asti.
Al momento dell’irruzione nell’appartamentoda parte degli uomini della Squadra Mobile, Nardino non ha opposto alcuna resistenza all’arresto e, comportandosi come un vero e proprio boss, si è chiuso nel silenzio. Ora dovrà rispondere di svariate e pesantissime accuse per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, finalizzata alla commissione dei reati quali estorsione, traffico internazionale di sostanze stupefacenti ed illecita detenzione di armi da guerra. Nello specifico 3 kalashnikov ed un revolver, destinati ad alimentare la faida del Gargano.
E proprio da alcuni fatti di sangue verificatisi nel 2015 a San Severo di Foggia, a seguito di un regolamento di conti operato verosimilmente per la spartizione del fiorente mercato degli stupefacenti provenienti dal mercato olandese, e destinati a tutto il territorio italiano, che hanno avuto avvio le indagini, dirette dalla DDA di Bari e condotte dalle Squadre Mobili di Bari e Foggia, coordinate dal Servizio Centrale Operativo di Roma.
E’ la prima volta che viene contestata l’associazione di tipo mafioso alla criminalità organizzata di San Severo, riconosciuta come autonoma e indipendente rispetto alle organizzazioni mafiose di Foggia. Sono esclusi, almeno per il momento, collegamenti con la criminalità astigiana.
FONTE Lavocediasti.it