Laudatio affidata al prof. Pietro Mango (oggi in pensione) che due anni fa
propose di laureare l’ex Campione Olimpico e Mondiale di pugilato.
Il Rettore: «Cerimonia che fa parte di un piano di rilancio dei due corsi di laurea
in “Scienze Motorie”. Questo rettorato ha rivalutato il ruolo culturale dello sport».
Giovedì 14 marzo, dalle ore 10,00 nell’aula magna del Polo di Scienze Motorie (in viale Virgilio a Foggia), si terrà la cerimonia di conferimento della laurea Honoris Causa in “Scienze e tecniche delle Attività Motorie
Preventive e Adattate” a Patrizio Oliva. Oltre al Rettore dell’Università di Foggia, prof. Maurizio Ricci, interverranno anche il prof. Lorenzo Lo Muzio (direttore del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale) e il prof.
Pietro Mango (già docente dell’Università di Foggia, oggi in pensione).
«Questa cerimonia – argomenta il Rettore – rientra nell’ambito di un piano programmatico di interventi che in questi ultimi cinque anni ha portato a diverse conquiste. Mi permetto di chiamarle proprio così, “conquiste”, poiché al momento del mio insediamento a Rettore dell’Università di Foggia mi fu subito chiaro che gli
interventi necessari per ricondurre queste strutture a un accettabile stato di decoro sarebbero stati diversi. A
cominciare dalla ristrutturazione, pressoché radicale, della palestra di questa struttura, intervento che non
era mai stato fatto prima del nostro arrivo alla governance dell’Ateneo. Quindi l’ampliamento, sempre entro i
limiti e le possibilità indicate dalle normative in vigore, del personale docente e del personale tecnico amministrativo destinato ai due corsi di laurea in “Scienze Motorie”. Ed ancora l’incremento del numero programmato
degli studenti iscritti ai due corsi di laurea in “Scienze Motorie”, procedura attraverso cui abbiamo offerto la
possibilità a diversi altri studenti di immatricolarsi e quindi di poter coltivare il sogno di occuparsi di sport anche dal punto di vista scientifico. Quindi alla ormai storica introduzione della Doppia/Carriera per gli
Studenti/Atleti, da una idea della prof.ssa Donatella Curtotti che ha fatto in modo che l’Università di Foggia divenisse la prima in assoluto, in tutta Italia, ad adottare formalmente gli strumenti didattici e formativi per
consentire agli Studenti / Atleti di proseguire anche nella loro eventuale attività agonistica. Infine alla organizzazione di eventi e incontri in favore degli studenti in “Scienze Motorie”, ribadendo che per noi valgono molto di più di quanto, forse, non gli era stato dimostrato in questi anni. Questo rettorato ha rivalutato il ruolo sociale e culturale dello sport».
Cavaliere dell’Ordine di Malta e Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, Patrizio Oliva è stato
soprattutto un grande pugile: probabilmente uno dei più grandi nella storia della boxe italiana. Dopo una brillante
carriera da dilettante culminata nel titolo europeo della categoria “Leggeri” (1978), due anni dopo ha conquistato
la medaglia d’oro e il titolo di campione olimpionico a Mosca (1980) della categoria “Superleggeri”. Diventato pugile professionista, dopo aver conseguito 93 vittorie in 96 incontri Patrizio Oliva è stato anche campione europeo
(1983) della categoria “Superleggeri”, quindi campione del mondo (1986) della categoria “Superleggeri” e, infine,
campione europeo (1990) della categoria “Welter”. Abbandonato il ring con un palmares da professionista di 57
vittorie in 59 incontri, come allenatore è stato a lungo Commissario tecnico della nazionale italiana di pugilato, ottenendo il grande risultato – tra i molti altri successi conseguiti – di ben 5 medaglie d’oro, 2 d’argento e 2 di bronzo
ai Giochi del Mediterraneo di Bari (1997). Molto attivo anche al di fuori del ring, Oliva si è distinto per il recupero di
giovani atleti dalle possibili devianze sociali e dal consumo di sostanze stupefacenti: un’attività che, molto spesso,
l’ha portato nelle scuole e nelle università a parlare del profilo più nobile dello sport, del suo aspetto aggregante,
formativo ed educativo anche in assenza di risultati, vittorie e profitti.
La laurea Honoris Causa a Patrizio Oliva venne proposta dal prof. Pietro Mango il 7 settembre 2016,
ecco perché sarà lui – pur non essendo più in servizio – a motivarla accademicamente, di fronte al “neo dottor Patrizio Oliva”. In seguito alla proposta del prof. Mango, prima il Consiglio del Dipartimento di Medicina Clinica e
Sperimentale (29 marzo 2018) e poi il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (18 dicembre
2018) si sono espressi favorevolmente. Di seguito un breve passaggio della laudatio: «Patrizio Oliva colDavide Grittani Portavoce del Rettore dell’Università di Foggia – Palazzo Ateneo, via Gramsci 89/91, 71122 Foggia– Tel.: 0881338580 – Email: portavoce@unifg.it
Università di Foggia Comunicato stampa n. 8 del 9 marzo 2019
tivava la sua passione per il pugilato e per il suo mito Cassius Clay (poi conosciuto come Muhammad Alì, a seguito della sua conversione all’Islam). Osservando in televisione i suoi incontri, ne registrò mentalmente ogni
movimento caratteristico, riproducendone tutte le qualità: leggerezza, velocità, mobilità, astuzia, prontezza di
riflessi, potenza. Iniziò ad allenarsi da solo, imitando i colpi di Alì davanti allo specchio della camera dei genitori e sul suo primo ring: il balconcino della casa popolare in cui abitava con la famiglia. Qualche anno dopo,
sarà molto chiaro come la boxe di Patrizio Oliva sia stata ispirata dallo stile di Alì: sul ring già si muove elegantemente, con gesti raffinati e stupisce per il suo gioco di gambe».
«Una cerimonia – aggiunge infine il prof. Lorenzo Lo Muzio, direttore del Dipartimento Medicina Clinica
e Sperimentale – in cui saranno al centro i valori dello sport, perché Patrizio Oliva ha segnato gran parte della
sua vita a coltivare il rispetto verso gli avversari coniugandolo, però, all’agonismo del campione che intende conseguire risultati importanti, a loro modo storici. La sua vita è un esempio di come lo sport possa essere uno dei più
efficaci mezzi di inclusione e aggregazione per i ragazzi, soprattutto per quelli cresciuti in un ambiente povero e governato, direttamente o indirettamente, dalla criminalità. Lo sport può salvare i giovani dalla strada».