Tenere vivo il ricordo delle vittime di mafia e insegnare negli istituti scolastici la storia recente partendo proprio dagli episodi, anche locali, di cronaca per illustrare come si è evoluta la mafia, le fonti finanziare alle quali attinge e, in definitiva, il male che fa alla società. E’ questa la proposta di Italia in Comune Puglia, partito che, oltre ad aver iscritti tra le sue fila diversi amministratori aderenti ad ‘Avviso Pubblico’ (Abbaticchio, in primis, ne è vicepresidente nazionale), ha inserito il contrasto a ogni forma di delinquenza e la lotta alla mafia nella sua Carta dei Valori.
“C’è necessità di cultura della memoria– ha detto il coordinatore regionale e sindaco di Bitonto- Ricordare il sacrificio di chi ha perso la vita per mano della mafia è un tributo che dobbiamo a questi martiri ma non si tratterebbe di un esercizio fine a se stesso dal momento che gli studenti, in tal modo, avrebbero modo di apprendere e studiare la storia recente e moltissimi fatti che non sono attualmente nei libri di storia ma la cui conoscenza potrebbe contribuire a creare una coscienza sociale contro questo odioso fenomeno, un vero e proprio cancro del sistema. Per citare solo una delle vittime, penso alla signora Anna Rosa Tarantino di Bitonto, morta per il sol fatto di trovarsi nel luogo e nel momento sbagliato mentre si procedeva a un ‘regolamento di conti’. La sua storia, come quella di tanti come lei, deve essere conosciuta“.
Non solo, secondo Abbaticchio importantissimo sarebbe anche rendere edotti i giovani sui molteplici modi in cui le organizzazioni mafiose riescono ad approvvigionarsi di soldi e armi: “Non tutti i ragazzi sanno che uno dei primi canali per reperire denaro è il mercato nero delle droghe pesanti e leggere il cui uso, oltretutto, rovina la vita dei ragazzi e delle loro famiglie. Se si riuscisse a far arrivare questo messaggio e a dissuadere i ragazzi a fare uso di sostanze illegali per tale ulteriore motivo, sarebbe una grandissima vittoria, un modo per iniziare a cambiare le cose”.
Da qui, l’idea di creare una vera e propria materia scolastica da inserire obbligatoriamente nell’offerta didattica degli istituti scolastici “una sorta di disciplina della legalità e dell’antimafia”. “Capiamo che non è facile– ha concluso l’amministratore- ma noi rimaniamo a disposizione del Provveditorato agli Studi e dei docenti che vogliano, insieme a noi, far partire questo circolo virtuoso”.