“Non c’era posto per loro” Lc 2,7
(…) “Avete un po’ di posto, o voi del Caval Grigio? Un po’ di posto per me e per Giuseppe? – Signori, ce ne duole: è notte di prodigio; son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe. Il campanile scocca lentamente le sette” (…) Guido Gozzano, La notte santa.
<<Conosciamo tutti la pagina del Vangelo che ci ricorda la nascita di Gesù e tutte le belle poesie che hanno colorato la nostra infanzia, come quella citata qualche riga più su, che abbiamo recitato o abbiamo sentito recitare tante volte. E accanto a questo, le tante belle tradizioni della nostra cultura, delle nostre città e della nostra Regione che rendono la festa del Natale un’occasione davvero speciale per stare insieme, per incontrarsi, per accogliersi l’un l’altro nelle case calde di buon profumo e di affetto. In effetti l’avvenimento della nascita del nostro Redentore a Betlemme è motivo più che fondato per fare festa e gioire. Eppure la storia del Natale è connotata da una esperienza triste e drammatica, quella di una famiglia bisognosa che non trova accoglienza e che è costretta a cercare un po’ di ristoro e di caldo nella parte più umile delle case del tempo, dove venivano custoditi gli animali.
“Non c’era posto per loro”…La salvezza che stava arrivando agli uomini nella persona del Figlio di Dio è messa in secondo ordine, relegata fra le cose meno importanti, in una qualche maniera rifiutata. L’evangelista Giovanni che non ci offre i dettagli della nascita di Gesù come
Luca e Matteo ci dice però la stessa cosa: “Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto” (Gv 1,11). Certamente per accogliere bisogna fare spazio, uno spazio che si colloca prima di tutto nel nostro cuore, dove si percepisce l’altro come una risorsa e mai come una minaccia; dove l’altro rappresenta il dono che il Signore ci fa di sé stesso: “In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. (Mt 25,40). Quanto sono brutte e inadatte alle labbra di un cristiano parole che sanno di rifiuto, di condanna senza appello, di giudizio unilaterale e cattivo. Purtroppo il nostro cuore è spesso occupato dall’egoismo, dalla brama di possesso, dal rancore e non ci rendiamo conto che quando ci chiudiamo agli altri, chiunque siano, scriviamo un’altra volta la storia della povera famiglia di Nazareth.
Purtroppo continuiamo a scrivere questa storia non solo nelle relazioni fra di noi, nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità, ma anche nelle relazioni con coloro che Gesù ha scelto come i suoi amici privilegiati: i poveri. Lo scintillio delle vetrine delle nostre città, lo sfarzo di cui c’inondano la televisione e social media in questo tempo di Natale ci distraggono, ci danno la quasi certezza che la povertà non esista più, che tutti vivano uno standard di vita almeno sufficiente. Eppure le cifre delle mense della Caritas, attivate in diverse parti della diocesi, affollate di tante famiglie della nostra terra, sono spietate.
Ma noi, o Signore, non vogliamo che la brutta storia che ha segnato la tua nascita si ripeta. Vogliamo aprirci alla presenza di chi ha bisogno di noi. Vogliamo imparare dal tuo vangelo a farci carico gli uni degli altri, a prenderci cura di chi ha più bisogno di noi, senza ipocrisie, senza accampare scuse. Vogliamo dilatare il nostro cuore perché ci sia spazio per tutti credendo che sia possibile vivere insieme e resistere al male scegliendo il bene: non vogliamo lasciare alla cattiveria l’ultima parola. Vogliamo che la contemplazione del tuo mistero d’amore che si è fatto carne nella capanna di Betlemme continui tutto l’anno e ci veda protagonisti attivi e convinti di accoglienza vera, fatta con il cuore pieno d’amore, con intelligenza piena di creatività e servizio, con le mani piene di doni ricevuti da condividere, ma soprattutto con la nostra vita. Vogliamo, Signore, che nella nostra vita di cristiani ci sia sempre posto per tutti, e che il dolore per la mancata accoglienza sofferto dalla famiglia di Nazareth non sia patito da nessuno più, almeno non per causa nostra! Grazie, Signore che nonostante i nostri rifiuti, continui ad offrirti a noi!
Nel cuore di ogni cristiano, “c’è sempre posto per loro”! Auguri di Buon Natale e Felice anno nuovo >>.
San Severo lì, 23 dicembre 2018
santa Vittoria
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