I carabinieri di Vicenza hanno arrestato sei uomini di Orta Nova, in provincia di Foggia: sono i protagonisti della fuga con sparatoria nel Vicentino lo scorso 24 marzo. Quella sera cercavano un bancomat, ne avevano già assaltati due a gennaio.
Gli arrestati sono Michele Liberti (28 anni), Daniele Carlucci (32 anni), Antonio Cataldo (39 anni), Riccardo Mennuti (36 anni), Antonio Battaglini (30 anni), Cristoforo Aghilar (35 anni). I militari, coordinati dal pm Hans Roderich Blattner, sono risaliti a loro dopo la sparatoria di marzo scorso. Le manette sono scattate per tutti nelle loro abitazioni fra martedì e mercoledì scorso, con la collaborazione dei carabinieri del Foggiano. Due dei sei, Aghilar e Cataldo, sono stati raggiunti dal provvedimento mentre erano già in carcere, per reati del tutto analoghi avvenuti nell’Italia centrale nei mesi scorsi. Tutti gli altri ora sono in carcere a Foggia.
Secondo i carabinieri, il gruppo – un semplice gruppo di amici, non una vera e propria “banda”, peraltro senza un capo – è responsabile di un assalto a un bancomat Intesa ad Arzignano il 6 gennaio e un altro bancomat Unicredit il 20 gennaio, con la stessa tecnica: una “marmotta” di esplosivo, con una miccia tradizionale, pressata dentro l’apparecchio a forza. Nel primo caso il colpo era andato a vuoto, nel secondo il gruppo aveva portato via 10mila euro. Il 24 marzo scorso, secondo tutte le evidenze dei militari, i malviventi avevano intenzione di assaltare un altro bancomat.
Quella notte ad Arzignano una macchina dei carabinieri si trovò a seguire una Punto con targa romena sospetta, segnalata dal sistema Targa System. All’altezza della zona industriale di Montecchio Maggiore, dalla Punto iniziarono a sparare: i militari risposero al fuoco e dopo poco l’auto dei malviventi si fermò. Uno rimase dentro, ferito dai proiettili dei carabinieri. Gli altri si dileguarono nel buio. Più tardi i carabinieri avrebbero trovato un’altra macchina, una Ford CMax, usata dagli stessi malviventi e poi abbandonata. Dentro c’erano dei chiodi anticarro, fortunatamente non usati dai malviventi, e una marmotta esplosiva del tutto analoga a quella usata a gennaio.
I carabinieri hanno fermato il ferito – Liberti – e un po’ alla volta, anche grazie ad analisi del Ris di Parma, sono risaliti al resto del gruppo. E’ emerso che la banda era specializzata in colpi come questo. Decidevano la zona e l’obiettivo, risalivano l’Italia in auto, treno, o anche in aereo (risulta che Cataldo, a marzo, sia tornato a casa partendo dall’aeroporto Catullo di Verona). Pernottavano da un affittacamere, poi rubavano Martedì assieme agli arresti sono scattate le perquisizioni delle case degli interessati: in una di queste c’erano 300 candelotti esplosivi e 50 metri di miccia, destinati con ogni probabilità a costituire una delle prossime marmotte. Le armi usate nella sparatoria, al momento, non sono stato trovate.
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