Il meccanismo che conduce un bene a diventare patrimonio dell’Unesco è lungo e comporta una serie di azioni e interventi complessi e ragionati; comporta una programmazione ed una campagna di promozione circostanziate e specifiche; prevede il coinvolgimento di diversi attori, pubblici e privati, in un comitato scientifico estremamente impegnativo; un percorso che può durare anni.
Il Rotary club di Manfredonia, con il presidente Andrea Pacilli, il consiglio direttivo e tutti i soci, ritengono che le Stele Daunie abbiano con tutto il diritto la possibilità di essere riconosciute patrimonio dell’Unesco, in quanto, come spiegava il loro scopritore, l’archeologo Silvio Ferri, “rappresentano un unicum nell’universo della protostoria europea” e, come raccontava il poeta Cristanziano Serricchio riprendendo la visione di Ferri, narrano l’epoca di una “storia” che anticipa Omero e gli eventi raccontati nell’Iliade, inserendosi nel più ampio quadro dello sviluppo della civiltà occidentale a partire dall’epoca protostorica ma le cui radici sono immerse nel Neolitico.
D’altro canto le stele daunie sono il centro del Museo nazionale del castello svevo angioino di Manfredonia, che sorse proprio attorno a questo nucleo per volere di Ferri e Serricchio, e coinvolgono tuttavia un’area incredibilmente estesa che va dalla Daunia al Canosino, fino al Sannio e al Frosinate e a nord si affaccia addirittura verso il Conero. Non a caso per sostenere la proposta parteciperà alla manifestazione anche, con una lectio magistralis, il professor Lorenzo Braccesi, uno dei più grandi studiosi dell’antichità classica e della storia dell’Adriatico, che spiegherà la portata storica delle stele daunie.
Esse rappresentano inoltre una chiave fondamentale anche per lo sviluppo di un’offerta culturale/turistica ormai imprescindibile per un’economia del turismo meridionale che è sempre più in crescita e proporzionalmente qualificata dal punto di vista delle esigenze e dei bisogni dei turisti. Rappresentano, in ultimo, l’identità più autentica e peculiare di un’ampia area del Mezzogiorno d’Italia che si riconnette alla Daunia. Le stele daunie insomma raccontano non solo un popolo, un’epoca, ma custodiscono il mistero e la storia di un’età in cui l’Europa non era ancora Europa e le vicende dell’Occidente erano ancora tutt’uno con l’Oriente, all’alba della civiltà così come la conosciamo oggi. Custodiscono una delle più grandi narrazioni che la civiltà successiva immediatamente all’età della pietra sia stata in grado di tramandare senza scrittura.
Ecco, dunque, che candidare le stele daunie a patrimonio Unesco, per la loro unicità, per il valore che esse rappresentano, è ormai un obbligo per i Daunii contemporanei, un obbligo al quale non è possibile sottrarsi. Per questo motivo il Rotary club di Manfredonia chiama ad aderire alla proposta pubblica di candidatura tutti gli attori pubblici e privati, le associazioni, le imprese, i singoli cittadini, che ritengono plausibile e necessario intraprendere questo percorso.
Una chiamata che non si limita al territorio cittadino ma coinvolge l’intero territorio Daunio e oltre.
Il convegno di mercoledì 3 ottobre è organizzato e sostenuto dal Rotary club di Manfredoniacon il Gal daunofantino, con il Club Unesco di Foggia, con il Liceo Scientifico/Classico di Manfredonia, con laSocietà di Storia Patria di Manfredonia.