Operazione “Ocean’s Twelve” Il colpo da 50 milioni di euro tentato a Chiasso, chiesta la condanna della banda Gli imputati hanno tra i 28 e i 53 anni e sono tutti pugliesi di Cerignola.

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Richieste di pena da 2 anni e 5 mesi fino a 3 anni e 8 mesi – da parte della procuratrice pubblica Chiara Borelli – per i cinque uomini arrestati a cavallo del confine tra Como e Chiasso nello scorso mese di febbraio. Per l’accusa, sarebbero una parte dei componenti della banda di 12 uomini (in arrivo dalla Puglia) che aveva per mesi preparato l’assalto al caveau della “Loomis”, società addetta al trasporto di valori che si trova a ridosso del confine di Stato. Il processo si è aperto ieri mattina a Lugano e di fronte al giudice sono finiti i cinque componenti che vennero sorpresi in flagranza di reato dopo che in Ticino era giunta una segnalazione dai Carabinieri di Como e da quelli di Cerignola (guidati dalla Dda di Bari) sulle attività del gruppo criminale che era tenuto costantemente monitorato.
La base operativa era stata allestita ad Abbiategrasso e, come detto, la parte rimanente della banda fu fermata oltre il confine, tra le province di Como e Milano (un fascicolo sulla vicenda è aperto anche in Puglia).
L’obiettivo del gruppo, che aveva a disposizione anche un disturbatore di frequenze per eludere l’allarme (l’operazione fu chiamata, dalle forze dell’ordine, “Ocean’s Twelve”, ndr) – erano i 50 milioni di euro tra denaro e oggetti preziosi che erano contenuti nel caveau di Chiasso.
«Quanto volevamo rubare? Abbastanza per riempire mezzo cofano della macchina – ha detto uno degli arrestati in aula – L’intento era sistemare noi, i nostri figli e i nostri nipoti. Quando però arrivarono le forze dell’ordine noi ce ne stavamo già andando perché l’allarme si era comunque messo a suonare».
Il colpo mancato andò in scena tra il 25 e il 26 febbraio. La banda pugliese era venuta a conoscenza della “Loomis” nel corso di una festa a Taranto dove avevano conosciuto un ex portavalori della ditta di Chiasso. «Decidemmo di andare a vedere – hanno raccontato ieri – Facemmo sei, sette sopralluoghi e notammo un gran via vai di camion e portavalori».
Il procuratore pubblico ha poi invocato la condanna dei cinque componenti del gruppo, evidenziando «l’enorme energia criminale».
L’accusa per tutti loro è di furto aggravato ripetuto e tentato.

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