Blitz antidroga all’alba di ieri a Vieste coordinato dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari e condotto dalla Polizia, che ha eseguito una serie di decreti di fermo per traffico di droga pare con la contestazione dell’aggravante dei metodi mafiosi. Gli investigatori non rivelano chi e quante siano le persone raggiunte dai provvedimenti cautelari (anche se qualche nome è filtrato) che dovrebbero essere nell’ordine di una mezza dozzina; dalla Questura oppongono il «no comment» ai cronisti, una conferenza stampa potrebbe svolgersi nei prossimi giorni. Per quel poco che trapela dal riserbo investigativo l’indagine riguarderebbe persone ritenute vicine al clan al cui vertice ci sarebbe il giovane viestano Girolamo Perna, contrapposto a quello dell’ex amico e attuale rivale Marco Raduano. A Vieste è in corso una guerra di mala per la leadership nei traffici di droga, che dal gennaio 2015 a oggi ha contato 9 morti ammazzati, 1 lupara bianca, e 5 tentativi di omicidio, due dei quali ai danni di Pema nel settembre 2016 e marzo 2017, e uno nei confronti di Raduano lo scorso marzo. L’inchiesta di Dda e squadra mobile foggiana, che da tempo ha costituito il «gruppo Gargano», sfociata nel blitz antidroga di ieri sarebbe partita dalle indagini relative proprio ad uno degli ultimi fatti di sangue. La notizia dell’operazione antidroga pur a fronte del riserbo investigativo, non poteva passare inosservata visto il massiccio spiegamento di forze da parte della Polizia per dare esecuzione ai provvedimenti restrittivi. Nella tarda mattinata è poi giunto un post sui social del sindaco viestano Giuseppe Nobiletti in cui si legge: «esprimo a nome della città di Vieste un grande ringraziamento agli uomini della Polizia di Stato ed alla Direzione distrettuale antimafia per l’importante operazione compiuta nella giornata odierna» (ieri per chi legge ndr) «siamo sulla buona strada». Il blitz antidroga della Polizia segue l’arresto in flagranza di tre giovani ritenuti vicini sempre al gruppo Perna eseguito ancora dalla squadra mobile l’8 agosto a Vieste col sequestro di 2 chili di marijuana; e il blitz antidroga di 24 ore prima dei carabinieri del reparto operativo di Foggia che eseguirono 4 decreti di fermo spiccati dalla Dda a carico di altrettanti viestani, tra cui il capo clan Marco Raduano, accusati a vario titolo di traffico di cocaina e marijuana aggravato dalla mafiosità per i metodi usati e detenzione e porto illegale di armi anche da guerra.
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