“Ore interminabili di attesa per decine di invalidi civili costretti ad ammassarsi nella piccola sede di via Trento in attesa di essere esaminati dalla commissione invalidi civili e dovendo fare i conti con l’assenza di servizi igienici a loro dedicati”. È questa la situazione che da settimane si verifica in occasione della convocazione della commissione invalidi, sulla quale Leo Irmici, tra i fondatori di Ideamo intende far luce per tutelare i cittadini sanseveresi. “Attualmente – spiega Leo Irmici – la commissione invalidi civili si riunisce sporadicamente e in quella occasione deve valutare numerosi casi rendendo di fatto insufficiente la struttura di via Trento e costringendo anziani, disabili e accompagnatori a lunghe ore di attesa, con tutto ciò che comporta per un disabile stare tante ore lontano da casa. Inoltre l’assenza di servizi igienici dedicati ai portatori di handicap in loco rende ancora più travagliata questa esperienza”. Secondo il rappresentante di Ideamo sarebbe quindi opportuno delocalizzare la sede presso una struttura maggiormente idonea.
“Si potrebbe pensare ad esempio – continua Leo Irmici – di ospitare la commissione presso qualche locale del nosocomio sanseverese, come ad esempio la radiologia dell’ospedale vecchio, attualmente non utilizzata. Si tratta di una struttura già a disposizione dell’azienda sanitaria locale che pertanto potrebbe anche risparmiare migliaia di euro l’anno. Questa struttura è già dotata di ascensore, di servizi igienici per disabili e si presta maggiormente ad accogliere un numero maggiore di cittadini in attesa del proprio turno. La comunità sanseverese – conclude Leo Irmici – subisce da anni tagli di servizi o riduzioni che di fatto contribuiscono a peggiorarne la qualità dei servizi aumentando i disagi dei cittadini utenti. È necessario in tal senso avviare un serio tavolo di discussione con l’Asl, analizzando tutte le situazioni di disagio che vivono i cittadini al fine di raggiungere livelli ottimali di prestazioni sanitarie per le quali i sanseveresi versano le tasse come gli altri residenti in Provincia e non devono pertanto sentirsi abbandonati da tutte le Istituzioni”.