FOGGIA, 25 GIU – «Non vi sono sufficienti elementi a sostenere l’accusa in giudizio». Con queste motivazioni il pubblico ministero Giovanni Gallone del tribunale di Foggia ha chiesto l’archiviazione delle indagini per quel che concerne la scomparsa di Francesco Armiento il giovane di 28 anni di Mattinata (Foggia) scomparso nel nulla dal 27 giugno 2016. La mamma, Luisa Lapomarda, ha scritto una lettera rivolgendosi direttamente al non ancora identificato assassino del figlio Francesco, ritenendo che il 28enne sia stato ucciso.
Dalle indagini di carabinieri e Procura è emerso il ruolo dell’indagato amico fraterno di Armiento e ultima persona ad averlo visto in vita. Il pm scrive che proprio la versione offerta da quest’ultimo circa l’ultimo incontro avuto con lo scomparso presenta «numerose zone d’ombra». Incongruenze che secondo il pm paiono «accentuate dall’emersione in corso di indagini di un possibile movente passionale legato ad avance alla moglie (risultanti dalla messaggistica istantanea di WhatsApp). E’ stato accertato, in particolare, che Armiento aveva intessuto, nei giorni subito precedenti alla sua scomparsa, un fitto scambio di messaggi con la moglie del suo amico. Messaggi dal contenuto equivoco e che lascerebbero intendere l’esistenza di un flirt tra i due.
A ciò si aggiunge che dall’analisi del traffico telefonico relativo all’utenza di Armiento è emerso che questi, in data prossima alla sua scomparsa, aveva fatto, in modalità anonima, una chiamata alla centrale operativa del Comando Provinciale dei Carabinieri denunciando la detenzione da parte dell’amico di armi da sparo. La perquisizione fatta dai carabinieri aveva poi dato esito negativo. «Tuttavia una simile piattaforma indiziaria, in assenza di ulteriori eleggenti obiettivi a suffragio, spinge a formulare una prognosi necessariamente infausta circa la tenuta dell’accusa in dibattimento»: per questa ragione il pm ha chiesto che il giudice per le indagini preliminari pronunci decreto d’archiviazione e restituisca gli atti.