I primi aumenti, quasi impercettibili, sono scattati già dall’inizio del 2018. È alla fine dell’anno, invece, che è previsto l’arrivo della stangata con l’incremento tariffario pari al 7 per cento. «E saranno aumenti con effetto retroattivo – lancia l’allarme Raffaele Toritto, presidente provinciale dell’Unione nazionale amministratori di immobili (Unai) – Significa che a settembre-ottobre i condomini si troveranno a pagare i rincari tariffari per tutto il 2018». Al momento del conguaglio, dunque, bisognerà saldare tutto. Così in Puglia l’acqua diventa più salata. A pesare in bolletta saranno non soltanto i rincari del prezzo dell’acqua, pari al 7 per cento, ma anche la rimodulazione delle fasce di consumo. L’aggravio riguarda il cosiddetto “consumo agevolato”: il quantitativo pari oggi a 200 litri al giorno scende a 150 litri, con una conseguente impennata dei costi a carico degli utenti.
«Nel corso dell’open day a cui ci hanno convocato mesi fa come amministratori di condominio hanno pubblicizzato gli investimenti per il miglioramento del servizio. Ma era più un “closed day”, perché i rappresentanti dell’Acquedotto pugliese, pur facendoci parlare, avevano già stabilito tutto – prosegue il presidente di Unai – Serve invece un confronto vero con le associazioni di categoria, prima di prendere certe decisioni». E le decisioni, stando a quanto scrivono in una nota congiunta le associazioni di amministratori di condominio Alac, Ami, Arco, Anapi, Help! Condominio e Unai, vanno verso nuove imposte. «Sul risparmio idrico e sull’installazione di autoclavi siamo d’accordo, non possiamo far altro che farle installare – prosegue Toritto – Ma i costi maggiori devono essere assolutamente comunicati. L’ente deve far sapere dell’aumento del 7 per cento a fronte di una riduzione della pressione e di una restrizione
della fascia agevolata. E non può mettere noi amministratori nelle condizioni di doverlo fare».
Il problema, reclamano le associazioni (che hanno annunciato per domani una conferenza stampa di denuncia sul comportamento di Acquedotto pugliese), è molto più ampio e riguarda complessivamente tutto il servizio: «Pressioni inadeguate, tanto da lasciare a secco migliaia di abitazioni, distacchi indiscriminati nonostante le centinaia di forniture promiscue fra utenze abitative e non abitative, impossibilità di pagamenti parziali e totale disinteresse verso il sottoutente moroso», dicono Vito Lucente (Ami), Mauro Simone (Alac), Francesco Schena (Arco), Isidoro Tricarico (Help! Condominio e Raffaele Toritto (Unai). Uno degli aspetti al centro delle polemiche è proprio l’emergenza morosità. «Aqp non accetta pagamenti parziali – spiega ancora il presidente di Unai – Se per esempio la bolletta ammonta a 1.000 euro, ma noi abbiamo riscosso soltanto 800 euro, Acquedotto procede al distacco, danneggiando i condomini virtuosi». E questo avviene «nonostante Aqp abbia il deposito cauzionale chiesto agli utenti da qualche anno per far fronte a casi di morosità», aggiungono le associazioni degli amministratori. Che chiedono anche per ciascun condomino la possibilità di staccarsi dal montante del palazzo e avere una lettura personalizzata. «Bisognerebbe smetterla di fare conguagli fattura su fattura, perché generano incomprensioni di calcolo e difficile attribuzione al condomino interessato. Sarebbe più idoneo attivare la lettura dei contatori per utenti reali e non generica dei condomini, con l’installazione di contatori di nuova tecnologia»