Una nuova bufera si è abbattuta
sul governo Emiliano. Stavolta
la materia del contendere
sono i fondi destinati ai Monti
Dauni: 23 milioni di euro che
ora, a detta dei consiglieri di
opposizione che hanno fatto
scoppiare il caso, avrebbero
preso un’altra direzione.
«Uno scippo vergognoso,
intollerabile per il Subappennino
dauno – accusa Giannicola
De Leonardis di Alternativa
Popolare -. Uno scippo preparato
nello scorso mese di novembre
– accusa De Leonardis
–, con una variazione di Bilancio
contenuta in una delibera
(la n. 2084) che pure prevedeva
la sbandierata attribuzione
di 11 milioni di euro per sette
comuni, per le royalties legate
agli idrocarburi. Ma i fondi
complessivi erano 23 milioni
di euro – spiega il consigliere
-, e la legge regionale n. 7 del
2002 prevede espressamente
che debbano essere utilizzati
per “il finanziamento di opere
infrastrutturali al servizio di attività
economiche, all’insediamento
industriale e agli interventi
di miglioramento ambientale
previsti, nelle aree di estrazione
e adiacenti”, e non altrove.
Invece quella legge è stata
ignorata e aggirata, e una successiva
delibera (la n. 444 del
20 marzo scorso) ha legato
quei fondi, ricavati dalle attività
in un territorio devastato e
sfruttato da tempo immemorabile,
a una sorta di compensazione
per le aree di ospitalità
messe a disposizione nella provincia
di Foggia (7 milioni a
San Severo, 6 ad Apricena) e
in quella di Lecce (1 milione e
200mila euro a Nardò) per fare
fronte alle problematiche legate
all’immigrazione, e
all’istituzione della Zes a Taranto,
con investimenti ritenuti
prioritari al punto da destinare
2 milioni per l’adeguamento
dell’aeroporto di Grottaglie e
6 milioni per migliorare la viabilità
a Massafra, e per finanziare
ulteriori progetti senza alcun
riferimento a un qualsiasi
bando pubblico, magari accessibile
ad altri Comuni».
Secondo De Leonardis, che
ieri mattina ha presentato
un’interrogazione urgente a
Emiliano si tratta «iniziative
certamente meritorie e che nessuno
mette in discussione, ma
per le quali si poteva e doveva
attingere da altri capitoli del bilancio
regionale».
Sulla stessa lunghezza d’onda,
Giandiego Gatta, consigliere
regionale di FI e vicepresidente
del Consiglio regionale:
«Mi unisco allo sdegno del collega
De Leonardis per gli 11
milioni di euro che erano destinati
a sette comuni del Subappennino
come royalties a fronte
delle attività di estrazioni di
idrocarburi, e che oggi non lo
sono più – incalza – Ragion
per cui non possiamo esimerci
dal chiedere conto al presidente
sui motivi che lo hanno indotto
a proporre e varare una
variazione al bilancio così nefasta
e ingrata per il territorio
foggiano».
Sulla questione interviene
anche la consigliera del M5S
Rosa Barone. «La Giunta –
spiega la pentastellata – ha deciso
di destinare oltre la metà
di questi 23 milioni di euro anche
ai Comuni non direttamente
interessati dalle attività
estrattive. Una scelta, che seppur
legittima, ci appare inopportuna,
perché le attività
estrattive interessano un territorio,
come quello dei Monti
Dauni, già in difficoltà. Si tratta
di una zona che avrebbe necessità
di avere maggiori risorse
per la realizzazione di interventi
di miglioramento ambientali
e di misure per favorire lo
sviluppo economico e l’occupazione,
a fronte del notevole impatto
ambientale che i territori
che ospitano le attività estrattive
subiscono».
Quotidiano Puglia