di Vincenzo Naturale
Cari concittadini colui che scrive, queste righe, è uno di voi. Una persona semplice, che parla dando fiato al cuore. Gli ultimi tempi sono stati segnati, indubbiamente, dall’oblio. Difatti in giro non v’è dubbio ci siano persone con stati d’animo provati. Disoccupazione, incertezza per l’avvenire, paura per le tensioni politiche, in corso di svolgimento. Pare difatti che conflitti e vicissitudini sociali non vogliano mai smettere di esistere. Dopotutto i mass media non posso far altro che constatare la dinamica dei fatti è narrarla per come si evolve. Pur si evince che non è facile scorgere un lato positivo in ogni accadimento. Vista l’occasione, dunque, vorrei porre enfasi sulla festività in arrivo dato che la medesima offre interessanti punti di riflessione. Cristo alla colonna non è forse l’emblema di ogni persona sofferente? Il magnifico è toccante incontro del Venerdì Santo tra un figlio e una madre che piange per tutti i mali della terra; non rappresenta una questione straordinariamente contemporanea? Oltre al fatto che nella nostra cittadina il fervore raggiunge i massimi livelli vista la magnifica rappresentazione; direi unica nel suo genere. A supporto di quanto enunciato dunque rivolgo a voi tutti le mie umili riflessioni. Ora che abbiamo occasione, visto il momento propizio; tendiamo la mano al vicino, magari all’amico con il quale non parliamo da anni, offrendo riconciliazione. Chiamiamo quel parente cui non sappiano nulla da tempo immemore per sapere cosa ha fatto lontano dalla nostra vita. Doniamo il nostro abbraccio agli emarginati. Costruiamo un dialogo efficace con tutti; apriamo i cuori alla generosità. Invitiamo a far parte della nostra esistenza coloro intrisi di solitudine; in ogni caso doniamo loro il nostro sorriso. A tavola nel mentre del pranzo Pasquale, al fianco delle persone che amiamo; facciamo ammenda verso chi; quella normalità non può permettersela. Rivolgiamo il pensiero verso le mamme che stringono le mani dei figli perché malati. Nutriamo la mente con i ricordi belli dei congiunti che non sono più tra noi; dunque parliamo di essi, facendo tesoro degli insegnamenti ricevuti. Rendiamo la Santa Pasqua la festa delle buone intenzioni. Molti di noi sono anni che attendono cambiamenti in ogni settore. A questi, me compreso, dico; riteniamoci fortunati ad avere ancora un tetto sulla testa. Invocando il senso patriottico; rammentiamo i fratelli terremotati, che hanno perso tutto, compresa la speranza. Per non parlare poi dei tanti che una patria neppure più la hanno; mi riferisco in particolar modo al popolo Siriano. Difronte a scenari simili ogni persona non può lasciarsi indietro interrogativi circa gli orientamenti che evocano le fondamenta di una società emancipata. L’episodio accaduto a quella donna lasciata morire di parto; respinta dalla gendarmeria ai confini, denota un progressivo impoverimento umanistico. La dignità nei confronti di ogni individuo è un valore trascendente sul quale dovrebbe erigersi l’intera filosofia umana. La vita ha un unico colore; un grande splendore che unisce tutte le creature viventi. Il cristianesimo stesso è fondato su questi principi. A testimonianza di quanto detto, difatti, la proclamata dichiarazione universale dei diritti dell’uomo sancisce che tutti gli esseri umani sono eguali in dignità. Fondamentale dunque il ruolo svolto dalla famiglia, scuola di vita dove tale disciplina deve esser tramandata. L’impronta ricevuta da quest’ultima sarà il riflesso emanato dal singolo durante la sua esistenza verso l’intera umanità. Una cultura solidale si costruisce grazie al fatto che tutti a prescindere ciò che si possiede condividono i loro ideali, cure e attenzioni verso i fratelli in difficoltà. Quindi non aspettiamo a donare il bene che portiamo dentro; togliamo le corazze che impediscono di amare il prossimo. Irradiamo attraverso gli occhi un luccichio di speranza da far giungere a tutti. Indossiamo i panni di chi tende la mano perché solo, in cerca di aiuto. Divulghiamo gesti semplici come quello di donare a chi è meno fortunato. Non facciamoci scherno degli ultimi, anzi ascoltiamoli, facendo giungere a costoro un messaggio di speranza. Rendiamo ogni giorno un tripudio di emozioni. Credetemi cari concittadini siamo tutti dei capolavori viventi, essenziali poiché portatori di vita; il dono più prezioso ricevuto. Dunque abbracciamo i nostri cari, diamo una carezza ai pargoli, facciamo sentire importanti ogni giorno i nostri genitori. Quando incontriamo delle persone anziane, sole, ascoltiamole perché fonte di saggezza. Rendiamo l’esistenza quella che è; una meraviglia, poiché ogni cosa creata scaturisce da un affinato fattore di non casualità. E’ poi; come non far volare in alto il proprio animo; in un posto che regala tramonti così belli? Porgo dunque i miei cari è sinceri auguri a tutti per una Santa e serena Pasqua di riconciliazione.
Vincenzo Naturale