L’ombra dei massoni e dei “furbetti”
sui rimborsi continua ad offuscare
la campagna di Luigi Di
Maio. Dapprima la scoperta, tra i
candidati esterni, di altri due appartenenti
alla massoneria (Piero
Landi in Toscana e Bruno Arbezzoni
in Calabria, già fatti fuori),
dopo il caso di Catello Vitiello in
Campania. Poi la nuova inchiesta
de Le Iene che aggiornano, aumentandolo,
il computo di chi ha
tradito la regola sulle donazioni al
fondo per il microcredito: sarebbero
in 14, spiega il programma.
Nel sequel dell’inchiesta Le Iene
preannunciano che la cifra sottratta
sarebbe pari al doppio ai
circa 800mila denunciati da Di
Maio dopo aver fatto i controlli incrociati
tra il sito tirendiconto.it e
i dati del Mef. Non solo. I parlamentari
“pizzicati” sarebbero, sostengono
le Iene, 6 in più agli 8
già silurati del M5S e, almeno due
di questi, per non versare i soldi,
avrebbero escogitato un sistema
diverso da quello del pubblicare
la ricevuta del bonifico sul sito
M5S salvo cancellarlo subito
dopo. Non sembra essere tra i
“traditori”, invece, Giulia Sarti
che denuncia il suo ex fidanzato
Bogdan per averle sottratto
circa 23mila euro “saltando” diversi
bonifici.
Il leader M5S parte al contrattacco,
certo che gli attacchi del
Pd sulla vicenda rimborsi avrà
“un effetto boomerang”